Premi Oscar 2013: un commento

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  1. Mr. Orange
     
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    Come tutti sanno, pochi giorni fa sono stati assegnati gli Academy Award 2013, in una cerimonia condotta dal creatore dei Griffin, Seth MacFarlane.
    Il tema che univa molti dei film in lizza quest'anno era la storia americana: si partiva dalla schiavitù di Django Unchained di Quentin Tarantino, si passava all'abolizione di questa in Lincoln di Steven Spielberg, si faceva un grande salto fino al 1979 conArgo di Ben Affleck, e si arrivava ai giorni nostri conZero Dark Thirty di Kathryn Bigelow. Insieme a questi film erano in lizza altri film di registi altrettanto noti, come Vita di Pi di Ang Lee, o Silver Linings Playbook di David O. Russell (regista di The Fighter, per chi non lo sapesse), e poi le due pellicole che possiamo definire "outsider" della categoria, ovvero Amour di Michael Haneke e Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin. Fin dall'uscita delle nomination ho sempre pensato che la lotta sarebbe stata tra Argo e Lincoln, se non altro per il sentimento patriottico che questo genere di film risveglia negli americani; non sono stato smentito, e infatti, la statuetta è andata ad Argo. Ben Affleck aggiunge quindi questo premio agli altri che aveva già ricevuto in gran parte dei festival del cinema mondiali (Golden Globe, BAFTA, César su tutti), e ottiene il suo 2° Oscar dopo quello alla miglior sceneggiatura nel 1998 per Will Hunting - Genio Ribelle.


    La categoria della miglior regia è stata sicuramente una delle più sorprendenti, e forse anche più controverse della serata: si è scelto infatti di escludere candidati eccellenti come Tarantino, la Bigelow, Ben Affleck e Tom Hooper, in favore di alcuni nomi che dovevano per forza essere lì (Spielberg, Russell e Ang Lee), ma anche altri su cui nessuno avrebbe scommesso (Zeitlin e Haneke). Se per il miglior film era prevedibile un testa a testa tra Affleck e Spielberg, con l'assenza del primo in questa categoria il regista di Salvate il soldato Ryan sembrava avere la strada spianata verso il suo 3° Oscar alla miglior regia: l'Academy ha però spiazzato tutti preferendogli Ang Lee, regista del fortunato Vita di Pi. Dopo La tigre e il dragone nel 2001, e I segreti di Brokeback Mountain 5 anni più tardi, Lee si conferma uno dei registi stranieri più bravi in ambito cinematografico, stavolta veramente a sorpresa.


    La categoria del miglior attore protagonista vedeva confrontarsi un veterano come Daniel Day-Lewis (già vincitore nel 1990 per Il mio piede sinistro e nel 2008 per Il petroliere), candidato per l'interpretazione del Presidente Abramo Lincoln nell'omonimo film; Denzel Washington (Oscar nel 1990 per Glory e nel 2002 per Training Day) nel ruolo di un pilota di aeroplani in Flight, di Robert Zemeckis; Joaquin Phoenix (candidato per Il Gladiatore nel 2001 e per Walk The Line nel 2006), nel ruolo di un reduce della II guerra mondiale, in The Master, di Paul Thomas Anderson; Hugh Jackman, nel ruolo di Jean Valjean in Les Misérables di Tom Hooper, e Bradley Cooper in Silver Linings Playbook. Ho sempre pensato fin dalla notizia dell'uscita del film su Lincoln, quindi da quest'estate, che Daniel Day-Lewis non potesse avere rivali (ho letto persino che pretendeva che le persone sul set lo chiamassero Presidente, per mantenerlo nella parte), e infatti così è stato. Onore agli altri contendenti, che restano comunque attori di grande spessore, e altri con un gran futuro davanti a loro (sto parlando di Bradley Cooper).


    La migliore attrice protagonista è stata invece quest'anno Jennifer Lawrence per Silver Linings Playbook, 22 anni, 2 nomination all'Oscar e una vittoria: se non ha un futuro roseo questa ragazza ditemi voi chi ce l'ha! Le altre signore che lottavano per il premio erano Jessica Chastain, per il ruolo dell'agente segreto in Zero Dark Thirty, Naomi Watts per The Impossible, film sullo tsunami del 2004, Emmanuelle Riva per Amour e Quvenzhané Wallis per Re della terra selvaggia (non ho ben capito il perchè nominare una bambina di 9 anni all'Oscar, comunque complimenti a lei!). Comunemente si pensa che la vittoria del Golden Globe significhi un 50% della vittoria agli Oscar, e se si seguisse questo ragionamento allora Jessica Chastain avrebbe avuto la vittoria in tasca: non così l'hanno pensata i membri dell'Academy, che hanno deciso di assegnare il premio alla giovane attrice di cui sopra, per la sua interpretazione in un film che ancora non è uscito in Italia, ma che sicuramente andrò a vedere subito.


    La particolarità della categoria per il miglior attore non protagonista quest'anno era che tutti i nominati avevano già ricevuto uno o più Oscar nella loro carriera: Robert DeNiro per Il Padrino - Parte II nel 1975 e per Toro Scatenato nel 1981, e stavolta nominato per Silver Linings Playbook; Alan Arkin, premiato nel 2007 per Little Miss Sunshine, e qui nominato per Argo; Tommy Lee Jones, vincitore nel 1994 per Il fuggitivo, e nominato quest'anno per Lincoln, Philip Seymour Hoffman, Oscar nel 2006 per Truman Capote - A sangue freddo e nominato per The Master; e infine Christoph Waltz, il più recente vincitore dei 5, vincitore nel 2010 per Bastardi senza gloria e ora nominato nuovamente per un film di Quentin Tarantino: Django Unchained. Sebbene DeNiro sia uno dei miei attori preferiti, e quindi inevitabilmente la mia preferenza iniziale fosse ricaduta su di lui, dopo aver visto Django Unchained ho dovuto cambiare idea, perchè Waltz è un attore veramente troppo bravo, così come è bravo Tarantino a ritagliargli dei ruoli fatti apposta per lui (personaggi tedeschi per lui che è austriaco: perfetto!). Un Oscar veramente strameritato!



    Veniamo alla categoria forse più scontata dell'intera edizione: la migliore attrice non protagonista. Avevamo in lista: Anne Hathaway per Les Misérables, Jacki Weaver per Silver Linings Playbook, Sally Field per Lincoln, Helen Hunt per The Sessions e Amy Adams per The Master. Perchè dico la più scontata? Perchè secondo me la vittoria finale della Hathaway non è mai stata in discussione, visto che tutti non facevano altro che lodarla, o in qualche modo farle propaganda per la sua, seppur breve, interpretazione di Fantine; forse se qualcuno poteva impensierirla era la Adams in The Master, secondo me. Anche qui, come per Christoph Waltz, un Oscar strameritato!



    Nella categoria della miglior sceneggiatura originale vedevamo come contendenti: Michael Haneke per Amour, John Gatins per Flight, Wes Anderson e Roman Coppola per Moonrise Kingdom, Mark Boal per Zero Dark Thirty e Quentin Tarantino per Django Unchained. Si nota subito l'assenza di The Master dalla cinquina, ed è forse questo che ha ulteriormente spinto Tarantino verso la vittoria del suo 2° Oscar nella categoria, che va ad aggiungersi, 18 anni dopo, a quello per Pulp Fiction, ma anche con la presenza di The Master in gara, difficilmente Quentin avrebbe perso, perchè come sempre le sue sceneggiature sono incredibili, e anche questa volta non ha deluso.



    Per quanto riguarda la sceneggiatura non originale, c'è ben poco da dire se non si sono letti prima i libri, mi limito a dire che la vittoria va a Chris Terrio per Argo, basato sul libro di Tony Mendez, vero autore dell'operazione che ne ha raccontato gli sviluppi nella sua biografia.




    Nell'ambito della serata si registra un grande successo di Vita di Pi, che oltre al suddetto Oscar alla miglior regia, incassa anche quelli per i migliori effetti speciali, per la miglior fotografia, e per la miglior colonna sonora, per un totale di 4 Oscar su 11 nomination; Argo invece porta a casa oltre al miglior film e alla sceneggiatura non originale, anche quello per il miglior montaggio, prendendo 3 Oscar su 7 nomination totali; chi esce veramente a testa bassissima dal Kodak Theatre è invece Lincoln, che aveva iniziato la serata con 12 nomination, e favorito per molte di esse (in particolare film e regia), si ritrova con sole due statuette: miglior attore e miglior scenografia. Una delusione per Spielberg, ma il film non mi aveva entusiasmato, quindi posso dire che le valutazioni sono state eque, in più non ho capito bene la decisione di nominare Sally Field, che compare sì e no 15/20 minuti in un film di 2 ore e mezza. Un altra mezza delusione della serata lo è stato Les Misérables, che vince per l'attrice non protagonista, trucco e sonoro, ma mi sarei aspettato anche la scenografia, andata invece a Lincoln, e i costumi, andati ad Anna Karenina: in totale per loro 3 Oscar su 8 nomination. Infine, Django Unchained ottiene su 5 nomination, le due statuette cui onestamente poteva ambire di più: miglior attore non protagonista e sceneggiatura originale; le altre erano al miglior film, fotografia e montaggio sonoro.


    Sicuramente quest'anno si sono visti tanti bei film, e speriamo di poterne vedere di altrettanto belli l'anno prossimo, ma anche nei mesi che verranno!
     
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  2. Season92
     
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    Gran bell'articolo!
    Finalmente dopo un paio di anni torniamo ad avere una notte degli Oscar di altissimo livello, con una serie di film che solo per il loro cast meriterebbero più statuette di quelle che poi effettivamente gli sono assegnate. Ammetto che di questi film non ne ho visto nessuno (e a ciò devo assolutamente rimediare!) però stravedo per Daniel Day-Lewis (la cui miglior interpretazione per me rimane "l'Ultimo dei Mohincani") e Spielberg . Immagino quindi come debba essere elevato il livello degli altri film se non hanno fatto razzia di oscar :)
     
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  3. Gianni Illico
     
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    Sicuramente è stata abbastanza sorprendente come edizione (soprattutto l'Oscar alla regia come hai detto giustamente tu, anche se Vita di Pi mi è piaciuto moltissimo)! Secondo me, come ho scritto nella recensione, Phoenix in The Master è irraggiungibile, però non si può certo dire che la statuetta sia andata ad un incapace, anzi...
     
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2 replies since 28/2/2013, 00:52   35 views
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